
L’attuale sede comunale è il frutto di una lunga storia costruttiva, che inizia alla metà dell’XI secolo con la realizzazione di una casatorre inglobata nella parte Sud del palazzo, tra via Toselli (la medievale Carraia Maggiore) e via degli Uffizi. L’Oltrarno era allora esterno al perimetro urbano, ma il ponte sul fiume – dall’ubicazione antica e altomedievale presso la chiesa di Santa Cristina – si era già spostato in corrispondenza dell’attuale Ponte di Mezzo, e dunque l’area, cruciale per il controllo dei flussi commerciali, esercitava una forte attrazione insediativa. Fra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo, ad Ovest del primitivo edificio venne realizzata una ‘loggia’ per mercanti, di cui si coglie ancora la scansione tripartita del pianterreno grazie agli archi visibili nella magnifica facciata seicentesca sul lato di via Toselli.
Qui, in posizione dominante rispetto al ponte (nel frattempo denominato Ponte Vecchio), scelse di edificare la sua dimora negli anni Ottanta del Trecento Pietro Gambacorta, membro di una tra le maggiori famiglie del ceto mercantile pisano. Signore della città dal 1370 fino al colpo di Stato di Jacopo d’Appiano che segnò la sua tragica fine il 21 ottobre 1392, Pietro volle rappresentare in quell’edificio la potenza economica del casato insieme con il proprio prestigio sociale e politico, affidandone il progetto – secondo un’accreditata ipotesi – a Tommaso Pisano, fratello di Nino e figlio di Andrea da Pontedera. Il «palazzo novo e casa nova dei Gambacorta», già edificato nel gennaio del 1386, rappresenta un unicum nell’architettura pisana sia per la pianta quadrangolare, ben sviluppata tanto in verticale quanto in orizzontale, sia per la particolarità della facciata di Lungarno, con i tre ordini di grandi aperture e l’effetto bicromatico prodotto dall’uso di materiali lapidei di pregio e fino ad allora estranei all’uso pisano.
Dopo l’uccisione di Pietro vi abitò Jacopo d’Appiano dal 1392 al 1398; poi, con le mutate situazioni politiche seguite alla conquista fiorentina del 1406, da residenza privata patrizia il palazzo – ancora dei Gambacorta – venne trasformato in sede di uffici pubblici ospitando dal 1428 la Dogana e i Consoli del Mare. Passato nel tempo di proprietà e oggetto di ristrutturazioni e adattamenti funzionali ed estetici, nel 1691 accolse i Priori di Pisa – la magistratura che amministrava la città – qui trasferiti dal palazzo in Piazza dei Cavalieri, assegnato dal granduca Cosimo III dei Medici all’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano. Risale a questi anni la decorazione pittorica ispirata alle imprese marinare pisane dei secoli XI e XII (Conquista delle Baleari, Presa della Sardegna, Assalto a Gerusalemme delle truppe pisane) realizzata nella Sala delle Udienze, nota come Sala delle Baleari e oggi sede del Consiglio Comunale: un programma che sembra risentire della minaccia ancora incombente sull’Occidente cristiano, dopo l’arrivo dei Turchi fino alle porte di Vienna nel 1683, e collegarsi alla politica mediterranea di contrasto a quel pericolo svolta dai Cavalieri di Santo Stefano.