
Il complesso edilizio conosciuto come palazzo Alliata, posto all’angolo tra il lungarno e via Giuseppe Mazzini, sorge in una delle zone cruciali e più interessanti dell’insediamento di Pisa sin all’Antichità. Poco distante infatti raggiungeva e oltrepassava l’Arno la grande viabilità romana, frutto della convergenza in un unico percorso, pochi chilometri più ad est, della via proveniente da Firenze e della Aemilia Scauri che giungeva da Roma. Nel punto in cui un ponte attraversava il fiume sorse in età longobarda la chiesa di Santa Cristina e intorno si raccolse un abitato che conosciamo ormai in pieno sviluppo all’inizio del nuovo millennio: la villa di Chinzica, polo generatore del quartiere medievale nell’Oltrarno.
All’espansione verificatasi in questa fascia sull’Arno tra la metà del secolo XI e la fine del XII sono assegnabili i vari nuclei edilizi – torri e case-torri – che, accorpati e ristrutturati nel tempo, cancellando via via gli spazi vuoti tra loro, sono andati a collegarsi in un unico volume definito nella forma attuale tra Cinque e Seicento, quando divenne proprietà della famiglia fiorentina dei Vaglienti che vi abitò fino al 1773.
Solo a tale data al palazzo si legò il nome degli Alliata, casata di origine medievale inurbatasi intorno alla metà del XIII secolo da Calcinaia, che conobbe una rapida ascesa economico-sociale grazie ai traffici marittimi, agli investimenti in Sardegna e ai rapporti con i mercanti catalani. Dopo la caduta di Pisa sotto Firenze, al pari di molti esponenti dell’oligarchia pisana anche diversi Alliata si trasferirono con successo in Sicilia, dove uno dei loro rami è tuttora fiorente. Quelli rimasti a Pisa, pur subendo gravi danni economici come quasi tutte le famiglie del ceto dirigente, conservarono posizioni di prestigio collocandosi, all’inizio del Settecento, ai massimi livelli dell’aristocrazia cittadina, posizione rafforzata da una felice politica matrimoniale. Proprio le nozze di Tommaso Alliata con Margherita Vaglienti, celebrate nel 1773, costituiscono il collegamento tra il casato e il palazzo che ne conserva il nome. Fino ad allora gli Alliata avevano continuato ad abitare nel quartiere di Foriporta, tra San Pietro in Vincoli e San Matteo, luogo del loro primo insediamento. Ma la successiva decadenza familiare, con l’abbandono degli Alliata, causò in poco tempo la fine della funzione gentilizia del palazzo, smembrato in tante unità e destinazioni e profondamente modificato all’interno. Riunificata la proprietà negli anni Settanta del Novecento, l’accurato restauro ha proposto la sovrapposizioni delle due immagini che connotano i prospetti del palazzo, quella medievale (con le strutture portanti arcuate in pietra e in cotto) e quella rinascimentale (con le partiture orizzontali e i riquadri in arenaria delle aperture), rendendone comprensibili genesi e successive trasformazioni, fino alla conclusiva sintesi formale e strutturale seicentesca.
