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Sorto nel 1233 come piccolo oratorio divenne nel tempo uno dei più grandi monasteri francescani d’Italia. La comunità minoritaria pisana crebbe rapidamente, la chiesa divenne luogo di pubblica rilevanza, sede di uno studium, di una biblioteca e di uno scriptorium. Stante l’importante ruolo dei frati predicatori, nel 1261 vennero intrapresi lavori di ampliamento sotto la guida dell’architetto Giovanni di Simone, artefice del Campo Santo Monumentale. Nei secoli il complesso subì numerose ristrutturazioni con l’edificazione di due nuovi chiostri, la costruzione degli altari controriformati, l’apertura delle finestre nella navata che causarono la distruzione degli affreschi trecenteschi.
L’edificio, adibito a caserma nel XV secolo divenne poi il Collegio della Sapienza fondato da Cosimo I de’ Medici, sede del tribunale dell’Inquisizione nel 1575, donato nel XVIII secolo agli Agostiniani, con le profanazioni napoleoniche diventa ospedale ed in seguito deposito di carri d’artiglieria, solo nel 1901 viene restituito ai francescani e riaperto al culto.
Di rilievo la costruzione del campanile, per l’ardito sistema di imposta su un arco sospeso. All’interno la fuga prospettica delle alte pareti è scandita dalle grandi finestre progettate nel 1757 da Pellegrini e dalle vetrate gotiche delle cappelle absidali. Un grande arco divide la navata dal transetto rivelando il dossale d’altare marmoreo della Madonna col Bambino e santi di Tommaso Pisano, figlio di Andrea (1370 circa). La maggior parte degli arredi fu dispersa in seguito alle Soppressioni lorenesi e napoleoniche: nel Museo di S. Matteo si conserva il dossale con S. Francesco e storie attribuito a Giunta Pisano del 1255, passarono al Louvre la Maestà di Cimabue del 1280 e la tavola con San Francesco che riceve le stigmate di Giotto del 1295-1300. Nelle cappelle e nell’aula capitolare si trovano resti di importanti cicli ad affresco trecenteschi.
Un tempo qui si trovava il monumento funebre di Lupo di francesco del 1320-1330 Cristo Benedicente, Madonna col Bambino fra i Santi Nicola e Francesco d’Assisi che presenta l’anima di Gherardo della Gherardesca, la cui parte superiore è conservata oggi al Museo di San Matteo, la parte inferiore invece si trova presso il Camposanto monumentale. Ancora conservate al Museo di San Matteo e qui presenti un tempo: la Croce di pinta di Deodato Orlandi della fine del XIII secolo; Madonna del latte di Barnaba da Modena della prima metà del XIV secolo; Madonna col Bambino di Memmo di Filippuccio, inizio del XIV secolo, l’ Annunciazione di Francesco di Valdambrino, fine XIV secolo. Era presente altresì l’opera La Pentecoste di Giuseppe Collignon del 1821 attualmente situata a Pisa presso il Palazzo Arcivescovile.
Opere conservate presso il museo San Matteo






