Chiesa di San Martino

Il cartello è stato realizzato in occasione del Giubileo 2025. Per informazioni visita il sito ufficiale del giubileo https://www.iubilaeum2025.va/it.html

L’edificio è una grande fabbrica a navata unica, con transetto poco pronunciato. La chiesa conservata è relativa alla ricostruzione integrale di epoca basso medievale sul luogo della chiesa già attestata nella seconda metà dell’XI secolo, ad opera del conte Bonifacio Novello della Gherardesca, il quale trasformò la canonica in monastero femminile.
La facciata della chiesa, in marmo bianco, è composta da un primo ordine suddiviso in cinque arcate cieche, con al centro il portale d’accesso, mentre la parte superiore della facciata è il risultato degli interventi seicenteschi di restauro. Il resto dell’edificio è completamente costruito in laterizio, con la parte absidale spartita da lesene che creano spazi al cui interno sono tre oculi, uno centrale di dimensioni maggiori e due laterali, definiti con fasce di laterizi sagomati, relativi ai restauri di XVII secolo.
Sia l’abside che i perimetrali, incluso il transetto, sono definiti al coronamento da una serie continua di arcatelle cieche, associate ad una cornice costituita da due fasce di laterizi di taglio. Tale decorazione è arricchita dall’inserimento di bacini ceramici coevi alla fabbrica, soprattutto di produzione pisana (“maiolica arcaica”).
Sul fianco destro un piccolo loggiato mostra ancora i resti del campanile trecentesco abbattuto in epoca medicea. Sopra il portale maggiore vi è una copia della lunetta raffigurante San Martino e il povero, una delle prime opere di Andrea Pisano del XIV secolo (l’originale si trova all’interno). L’interno è ad aula unica, con eleganti altari in pietra tipici della controriforma. In controfacciata e sulle pareti vi sono tracce degli originali affreschi trecenteschi di Giovanni di Nicola. Sulla parete sinistra oltre ai resti di una macchina per le Quarantore raffigurante la Gloria di Santa Bona, dei fratelli Melani (1718), si trova un bel gruppo marmoreo della Madonna col Bambino della fine del Quattrocento, attribuita a Matteo Civitali. L’altare sopra il quale si trovano le spoglie di Santa Bona, mostra una coperta d’icona raffigurante la Vestizione di Santa Bona, opera di Orazio Riminaldi del 1624. Bona da Pisa (1156 – 1207) prese i voti all’età di 10 anni e intraprese moltissimi viaggi, in Terra Santa, Santiago di Compostela, San Michele del Gargano, Roma, sempre aiutando i pellegrini che incontrava lungo i percorsi. Nel 1962 Papa Giovanni XXIII la rese ‘patrona degli assistenti di volo’.
L’icona trecentesca rappresenta la Madonna col Bambino. Sulla parete sinistra, partendo dalla facciata, si trova una bella croce dipinta di Enrico di Tedice, dei primi del Duecento. La cappella del SS. Sacramento rivela affreschi di Antonio Veneziano alle pareti (1395) e un Cristo in mandorla con Evangelisti e Santi di Cecco di Pietro sulla volta a botte, datato 1388. Agli altari di età moderna si trovano una serie di dipinti di importanti artisti, tra cui Palma il Giovane, Orazio Riminaldi, Jacopo Ligozzi, il Passignano e dei Melani e sculture del Civitali, dei Vaccà e del Cibei.
Un tempo custodiva dipinti su tavola della seconda metà del XIII secolo, ora conservati al Museo di San Matteo: Sant’Anna in trono con la Madonna bambina orante e due angeli e la Madonna in trono col Bambino e due angeli, San Martino e il povero, Annunciazione, Quattro apostoli e dieci storie di Gioacchino e Anna del Maestro di San Martino, Madonna del latte tra San Martino e il povero, San Giovanni Evangelista e due angeli di Pittore pisano.

Al suo interno erano inoltre presenti alcune opere oggi conservate a Pisa presso il Palazzo Arcivescovile: due formelle di croce dipinte raffiguranti i santi Simone e Bartolomeo attribuite a Turino Vanni, la Croce dipinta con la Madonna col Bambino di Turino Vanni e M. Ridolfi.

Opere conservate presso il museo San Matteo

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