Chiesa di San Matteo in Soarta

La chiesa e l’annesso monastero, appartenenti alle monache benedettine, furono costruiti sulle fondamenta di un precedente tempio a partire dal 1027 circa, la chiesa fu ampliata nel secolo successivo e poi parzialmente demolita intorno al 1350. Avendo subito i danni di un incendio nel 1607, fu ristrutturata e ridotta nella sua originaria lunghezza, con la divisione dello spazio riservato alle monache da quello destinato ai fedeli. La decorazione e gli arredi furono completamente rinnovati all’inizio del Settecento. Gli interventi decorativi maggiori si devono ai fratelli Melani: la volta affrescata con la Gloria di S. Matteo, le finte statue a monocromo nella controfacciata, gli ovali dipinti ai lati dell’altare maggiore raffiguranti la Morte e l’Estasi di S. Benedetto.
Il complesso monastico nel corso dei secoli ha subito i danni delle continue alluvioni dell’Arno, ai quali si sono aggiunti quelli cagionati dall’ultimo conflitto mondiale. Grazie agli scavi condotti nel 1947 è stato possibile rintracciare i resti delle absidi della chiesa originaria a circa due metri sotto il livello attuale. Anche all’esterno, nel lato destro, nel corpo absidale e nel campanile, si riconoscono le forme romaniche. Passando attraverso il Museo di S. Matteo si può inoltre accedere al chiostro medievale, oggi incorporato nelle strutture museali. Degli arredi antichi non più in loco si deve ricordare la monumentale croce con il Christus patiens datata all’inizio del Duecento, ora conservata nel Museo di S. Matteo. Nel primo altare della parete sinistra è invece ancora collocato un crocefisso del XIII secolo. Tra le ulteriori opere un tempo presenti all’interno della Chiesa e attualmente esposte al Museo di San Matteo si segnalano: l’Angelo annunciante di Andrea Pisano, legno con tracce di policromia del 1345 c.a.; una Madonna col bambino della metà del XIII secolo; la Madonna col Bambino tra Angeli e i Santi Francesco e Chiara, tempera e oro su tavola della prima metà del XIV secolo del Maestro della Carità; Sacra Conversazione del 1493 di Niccolò dell’Abbrugia.

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